Telemedicina, gestione del rischio clinico e sicurezza dei pazienti - cos'è cambiato con il Covid-19


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Il lockdown e la successiva “Fase 2” hanno cambiato almeno in parte il paradigma della gestione del rischio clinico e della sicurezza del personale medico e dei pazienti. Proviamo a capire come la telemedicina giochi un ruolo fondamentale in questo scenario.

Gestione del rischio clinico e Coronavirus: cosa cambia e che c’entra la Telemedicina?

Innanzitutto, oggi il rischio clinico diventa “arma a doppio taglio” perché non solo diventa ancora più stringente salvaguardare il paziente che viene a visita da un elemento “imprevisto” finora, ossia il virus che ha scatenato la pandemia, ma anche il personale sanitario e amministrativo di studi, ospedali e cliniche: sappiamo bene che in molte regioni italiane il numero di specialisti e infermieri infettati dal virus è stato (e resta) alto.

Dunque, sorge spontanea la domanda: come si inserisce la telemedicina in questo scenario?

Telemedicina come strumento per affrontare le sfide del Covid-19

Di telemedicina si parla ormai da diversi anni e anche noi abbiamo già scritto altrove di questo argomento affascinante e interessante.

Una cosa che non si può negare è che già da tempo la medicina digitale si è insinuata in maniera netta all’interno delle professioni medico-sanitarie: pensiamo alle ricette e ai certificati medici online, alle cartelle cliniche digitali e a tutta la normativa nell’ambito della protezione dei dati dei pazienti, ma anche all’uso di reminder automatici via SMS o email per i pazienti con promemoria delle visite, checklist delle buone norme prima di un dato esame, ecc.

Tutti questi strumenti sono già contemplati all’interno della gestione del rischio clinico e sono spesso ottimi alleati di medici e strutture per minimizzare problemi di gestione e rischi per il paziente. Adesso, sono fondamentali anche per aiutare a comunicare linee guida sulla prevenzione del Coronavirus e aiutare gli specialisti a svolgere il proprio lavoro in sicurezza, come dimostrano anche gli investimenti recentemente stanziati da governo e privati per implementare strumenti di telemedicina.

Ora, assistiamo a un nuovo strumento di telemedicina che emerge con prepotenza dopo le restrizioni e le cautele rese necessarie dalla crisi in atto: il consulto medico online.

Il consulto online come alleato per gestire il rischio di pazienti e dottori

Partiamo da un dato che ci tocca direttamente: solo negli ultimi due mesi, ossia da quando abbiamo creato il nostro sistema di Consulenza Online, il portale di MioDottore ha registrato oltre 6000 prenotazioni di consulti da remoto solo in Italia e il numero cresce di settimana in settimana. Oltre 4000 specialisti hanno già implementato questo servizio.

Il motivo è semplice: da una parte, questo strumento di medicina digitale (molto usato da anni in America e in Nord Europa) consente allo specialista di poter seguire anche a distanza quei pazienti che non possono venire di persona in studio o che non necessitano di una visita “face to face”, diminuendo il rischio sia per il paziente (che non ha necessità di esporsi se non può o non ha uno stretto bisogno di una visita di persona) e, contemporaneamente, permettendo al dottore di diminuire il numero di pazienti in sala d’attesa senza, però, compromettere la propria attività professionale.

Inoltre, il servizio può essere erogato non solo tramite telefono, ma anche tramite videochiamata, il che permette al dottore di poter osservare il suo paziente, e di ricevere dati sulla condizione del paziente prima del consulto online.

Consulenza Online e medicina digitale aiutano anche a tenere “piena” l’agenda

L’utilizzo della consulenza online, peraltro, è utile anche per contrastare un altro problema che molti studi e cliniche stanno vivendo: a causa delle norme più stringenti per quanto riguarda la sanificazione degli ambienti medici, l’orario di attesa tra un paziente e l’altro è aumentato dal quarto d’ora pre-Covid ai circa 60 minuti odierni. Ciò comporta una dispersione del tempo e una conseguente perdita di slot orari preziosi per qualsiasi struttura.

Se, invece, si alternano le visite di persona a quelle tramite telefono o videochiamata, si può lavorare - quasi - a pieno regime subendo meno contraccolpi a livello organizzativo ed economico. Di recente, un nostro sondaggio su un campione di 228 studi medici italiani ha evidenziato come circa il 68% dei professionisti che usano MioDottore Premium, oggi, offra sia visite di persona che consulenze online anche allo scopo di avere un’agenda piena in questo periodo. Non è solo questione di sicurezza, dunque, ma anche (giustamente) di salvaguardare la propria efficienza professionale.

Altri strumenti di telemedicina che aiutano nella gestione del rischio in questa Fase 2

Sicuramente, vale la pena citare:

  • L’invio di questionari digitali per il paziente: serve a capire se il paziente ha bisogno urgente di una visita di persona o se invece può essere seguito a distanza. Il servizio di Consulenza Online di MioDottore dispone di questo strumento ed è molto apprezzato dagli specialisti che lo usano.
  • L’invio di una “checklist” tramite mail, Whatsapp o SMS con le regole da seguire in studio per i pazienti che vogliono prenotare in questo periodo: ad esempio, l’uso obbligatorio di guanti e mascherina. Molti dei nostri specialisti lo fanno usando le Campagne di Comunicazione via SMS e Mail per pazienti, uno strumento MioDottore Premium
  • La “sala d’attesa virtuale”: in pratica, alcuni studi in diversi Paesi europei stanno permettendo ai pazienti di accedere allo studio, ma uno per volta e previo invio di SMS o di telefonata del dottore o della segretaria, mentre l’attesa avviene fuori, all’aperto o in auto, per evitare di sovraesporre al rischio di contagio altri pazienti e il personale.